
Articolo di Luca Di Criscio
04/03/2022
IL RITORNO PIÙ ATTESO DELL’ANNO
Dopo tanti anni di assenza durante i quali si è detto praticamente di tutto su di lui e tanto si è speculato sulla sua vita privata, Stromae alla fine è tornato sulle scene e l’ha fatto mettendosi a nudo, raccontandosi senza censure e dimostrando una forza davvero invidiabile. Solo il cantautore belga sa cosa ha dovuto affrontare. All’apice del suo successo, che già stava generando non poche pressioni, e alle prese con un tour mondiale che ne avrebbe sancito la consacrazione, Paul Van Haver (vero nome di Stromae) si è visto improvvisamente crollare il mondo addosso: prima la malaria contratta durante una frangia del suo tour in Africa, poi il sopraggiungere di seri problemi di salute dovuti alle cure per la malattia l’hanno costretto al ritiro dalle scene e trascinato in un profondo vortice di depressione.
Di fronte a questa situazione nella vita tutti avrebbero pensato di farla finita, molti l’avrebbero effettivamente fatto, ma Paul ha saputo reagire e col tempo è riuscito a rifarsi strada dapprima con la creazione del suo personale marchio di moda e poi con alcune collaborazioni musicali. Questo percorso di rinascita ci porta direttamente alla pubblicazione dell’attesissimo e inatteso nuovo disco dell’artista. A conti fatti alla fine ha vinto lui.
Proprio da qui si parte in “Multitude”, la cui prima traccia “Invaincu” con il suo incedere incalzante e la voce quasi rabbiosa di Stromae annuncia al mondo intero il ritorno del cantante belga e la sua volontà di riprendersi il centro dell’attenzione. Da questo momento in poi il disco si trasformerà in un vortice di brani che toccano alcune tra le tematiche più care all’artista e che inizia con Santé”, singolo che ha sancito il ritorno di Stromae e annunciato la pubblicazione del disco, celebrazione di tutti coloro che non possono festeggiare perché impegnati nelle loro umili professioni al servizio degli altri.
Dopo aver affrontato i temi della solitudine (solitude) e della noia (lassitude) nelle relazioni amorose in “La Solassitude” e della vita da figlio di prostituta in “Fils De Joie”, il cantautore dedica al cuore del disco il brano più introspettivo e personale: la meravigliosa “L’Enfer” racconta in modo crudo e sincero gli anni bui dell’artista soffermandosi sui terribili pensieri suicidi che ha spesso avuto e su quanto se ne vergogni.
La seconda metà del disco ci introduce una tematica del tutto nuova nel canzoniere dell’artista belga, che è quella della paternità in “C’est Que Du Bonheur”, sviscerata con occhio molto positivo e gioioso, per poi tornare ad una più tradizionale come la falsità di alcune coppie in “Pas Vraiment”. I sogni di carriera che vanno ad infrangersi con la dura realtà la fanno da protagonisti in “Riez”, a cui fanno seguito due brani che pongono al centro dell’attenzione le donne. Se nel primo, “Mon Amour” (pubblicato successivamente anche come singolo in duetto con la cantante cubana Camilla Cabello), si osserva un uomo tradire ripetutamente la sua donna finché lei, dopo tanti immeritati perdoni, riuscirà a lasciarlo, nel secondo, “Déclaration”, si riflette attraverso le dure parole di Stromae sugli aspetti più gretti della misoginia.
Chiude il disco una coppia di brani che costituiscono un corpo solo e che tornando alla vita dell’artista ne suggellano perfettamente la nuova fase. “Mauvaise Journée” ci parla ancora una volta della fase più triste, sola e infelice della storia recente del cantante belga, ma lascia presto spazio ad un barlume di speranza che si concretizza nella conclusiva “Bonne Journée”, vero e proprio inno alla gioia che ci consegna il nuovo e raggiante Stromae, come lo ricordavamo e come volevamo tornare a vederlo.
Con “Multitude” il cantante belga ci regala un disco estremamente maturo, che riprende le fila del discorso esattamente da dove le aveva lasciate 8 anni fa. L’album è caratterizzato in parte dalle tipiche sonorità elettroniche che hanno sempre accompagnato la parabola artistica dell’artista, ma qui si può notare una spiccata sperimentazione a livello ritmico e timbrico, elemento di grande novità: gli strumenti tradizionali sono affiancati da altri provenienti dalla musica etnica ed entrambi vengono utilizzati per rispolverare ritmi di danze tradizionali africane, creando un raffinato ed ambizioso mix tra electro dance e world music.
Questo elegante tappeto sonoro sorregge una voce che rispetto al passato si è fatta più profonda e che ad un primo ascolto appare quasi irriconoscibile, ma da quella provengono sempre le stesse parole rivolte agli ultimi, ai dimenticati dalla società e a tutti coloro che soffrono. Questo approccio, molto vicino al cantautorato italiano e nello specifico alla scuola genovese che risponde al nome di Fabrizio De André, unito ad un’altra caratteristica tipica di Stromae quale la teatralità delle sue performance vocali, che lo vedono calarsi nelle parti dei personaggi che egli presenta nei suoi brani, producono tracce ben costruite e testimoni di un lungo e duro lavoro.
Le premesse per il successo totale del disco sono tutte racchiuse nei 35 minuti di queste 12 tracce di grande valore, tuttavia, in questo caso, al contrario di come spesso si dice, il tempo non potrà essere galantuomo con Stromae. Ciò che aveva 8 anni fa gli sarà restituito solamente in parte, perché il suo momento è stato allora, quando si è improvvisamente ritrovato circondato da milioni di fan e ascoltatori, che sono rimasti irrimediabilmente legati a quegli anni e a quegli irripetibili successi planetari del calibro di “Formidable” o “Papaoutai”. L’attuale Stromae maturo, elegante e rinnovato, seppur migliore sotto molteplici aspetti, è troppo lontano da quello del passato, giovane, frizzante e squisitamente pop a tal punto da ottenere un successo planetario e meritato, perché si è fatto uomo.
In questo modo magari l’artista avrà perso ascoltatori, ma tra di essi saranno rimasti di certo quelli più autentici e sinceri, che con grande empatia apprezzano l’artista come uomo e non solo come star di successo. Al nuovo Stromae, pieno di gioia e di rinnovate energie, non può che bastare questo. Per tutti coloro che vorranno ascoltarlo, lui è tornato e questa volta sembra intenzionato a non andarsene più. Bentornato caro Paul.
TRACKLIST
Invaincu
Santé
La Solassitude
Fils De Joie
L’Enfer
C’est Que Du Bonheur
Pas Vraiment
Riez
Mon Amour
Déclaration
Mauvaise Journée
Bonne Journée
Qui il link dell’album su Spotify: https://open.spotify.com/embed/album/5JY3b9cELQsoG7D5TJMOgw?utm_source=generator